Escursioni facili attorno alla Val di Fassa

Le Dolomiti per tutti, il paradiso della Val di Fassa, dove vivere in quota è più facile.

La presenza dei tanti impianti che dal fondo valle portano in alto consente l’effettuazione di passeggiate in quota facili ed appaganti, ciascuna con propri spunti di interesse attraverso ambienti caratteristici e dagli ampi panorami. Si tratta in genere di percorsi che non superano i dieci chilometri con dislivelli di qualche centinaio di metri, insomma adatti un pò a tutti; la presenza poi di frequenti rifugi ottimamente gestiti lungo i sentieri consente di concedersi momenti di ristoro e relax al cospetto di notevoli bellezze naturali.

Friedrich August (foto da 01 a 23)

Sentiero molto bello che dai pressi del Col Rodela giunge sino al Rifugio Sassopiatto costeggiandone alla base il versante occidentale. Lasciata alle spalle la stazione a monte della funivia si scende lungo una ampia strada bianca ad un quadrivio da cui ha inizio il nostro sentiero e si incontra subito un primo rifugio preceduto da un singolare capanno dalle sembianze di bufalo. La passeggiata si svolge con tratti in piano alternati da salite e discese e nei punti un pò più ripidi il passo è reso più sicuro da scaloni in legno: i panorami sono molto belli in particolare verso le montagne del Parco Sciliar-Catinaccio che occupa l’orizzonte a nord-ovest per buona parte del cammino mente sul lato a monte del sentiero si susseguono le rocce ardite e dalle tante forme del Sassopiatto. A metà circa della passeggiata si giunge al Rifugio Pertini, molto affollato dalle famiglie con i bambini anche perché raggiungibile senza fatica e tutto sommato in poco tempo; è comunque anch’esso ubicato in un contesto alpino molto bello. Superato il Rifugio Pertini il sentiero diviene decisamente più vario ed anche un pò meno frequentato; si affrontano un paio di salite e discese più significative ed infine un lungo traverso in piano conduce sino al Rifugio Sassopiatto collocato in un bellissimo pianoro disseminato di mandrie di placide mucche al pascolo. Vale sicuramente la pena concedersi una sosta seduti ad uno dei tanti tavolini all’esterno del rifugio per gustare qualche specialità locale, prendere un pò di sole ed ammirare il panorama circostante e le rocce imponenti del Sassopiatto che occupano buona parte dell’orizzonte.

Ciampac a Buffaire (foto da 24 a 47)

Una traversata in quota tra due località turistiche attraverso vasti altopiani ed una lunga cresta che collega qualche cima, rocce scure che a tratti ricordano terreni vulcanici e marmotte che gironzolano un pò dovunque non lontane dai sentieri. Lasciati alle spalle i rifugi che sono nei pressi della stazione a monte della cabinovia che sale da Alba si sale lungo una brecciata di servizio l’ampia conca dominata dalla mole del Colac fino a raggiungere la sella Brunech, snodo di alcuni sentieri da cui si possono toccare in breve alcuni crinali di scura roccia che risalta sul verde brillante delle valli all’intorno. Dalla sella volgendo lo sguardo ad ovest si nota il lungo sentiero che si snoda per la lunga cresta che porta sino alla cima di Sas de Adam, una discreta elevazione che risalta dalle vallate circostanti e dalla cui cima si gode un bel panorama anche verso la zona di Buffaire; guadagnata la cima si scende ripidamente sul versante opposto e poi, superato un immancabile rifugio in quota, si inizia a perdere quota con traversi su sentiero più comodo. Se i prati alpini offrono dovunque bellissime fioriture, in questa zona la varietà dei fiori è particolarmente ampia ed in alcuni punti il sentiero è letteralmente immerso in multicolori inflorescenze tanto da essere anche citata, a proposito, come “il giardino delle Dolomiti”. La discesa prosegue sempre lungo una brecciata di servizio fino al Rifugio Buffaure, anch’esso circondato da bellissimi prati che invitano ad un’ultima sosta contemplativa prima di prendere la cabinovia che riporta in valle a Pozza.

Vaiolet (foto da 48 a 64)

Da Vigo si sale in funivia alla località Ciampedie e si è subito proiettati in un ambente in quota circondati da boschi di abeti dietro cui risaltano in ogni direzione cime slanciate; dai prati attorno alla stazione della funivia partono diversi sentieri uno dei quali in direzione della località Gardecia ed a seguire al rifugio Vaiolet. Ci si incammina in un largo sentiero prima in leggera discesa e poi in piano attraversando un fitto bosco: questo primo tratto è particolarmente piacevole sia per l’andatura in tutto relax che dalle molteplici piante ed infiorescenze che popolano il sottobosco, a metà circa del sentiero si incontra una panchina con vista verso i monti che circondano la Valle di Vaiolet. Si esce dal bosco direttamente nel vasto altopiano di Gardecia disseminato di fienili ed attraversato da uno scintillante corso d’acqua ed una breve sosta nei pressi dell’omonimo rifugio consente di apprezzare appieno il paesaggio circostante. Dal rifugio si prende la brecciata di servizio che si addentra in salita nella parte alta della vallata e si costeggia a lungo un torrentello che scorre in un letto di sassi e sabbia bianchissima, dalle alte pareti circostanti scende qualche cascatella prodotta da nevai sospesi mentre ai lati della via si iniziano ad incontrare le stelle alpine e ci si ritrova così a camminare dentro ad una cartolina di paesaggio d’alta montagna!! Alzando lo sguardo si nota uno sperone che praticamente chiude la testata della valle su cui è situato il Rifugio Vaiolet che dal basso quasi sembra impossibile poter raggiungere .. ed invece con un ultimo tratto di salita decisamente più intensa si guadagnano i circa duecento metri che separano dalla cima dello sperone roccioso e si arriva al rifugio collocato in una posizione davvero strategica: cime altissime su tre lati mentre a sud-est si apre una vista formidabile verso la piana di Gardecia e la Valle di Vaiolet. Facendo attenzione a non sporgersi troppo vale la pena portarsi al limitare dello sperone antistante il rifugio per rimanere un pò seduti a rimirare un paesaggio che rimarrà indimenticabile.

dal Pan (foto da 65 a 89)

Il “Sentiero del Pane” è a ragione considerato tra i più panoramici attorno alla Val di Fassa con una visuale insuperabile verso la Marmolada; si inizia a camminare dalla stazione di Col de Rossi per una brecciata di servizio in discesa e ci si lascia sulla sinistra il sentiero che scende al Passo Pordoi proseguendo sino ad un rifugio da cui sulla destra ha inizio la Vièl dal Pan mentre a sinistra una palina indica la “Via delle Creste” che corre parallela a quest’ultima rimanendo però in alto, seguendo appunto il lungo filo di cresta (che faremo al ritorno). Il sentiero è molto battuto, un vero e proprio stradello, e si avanza con un’alternanza di leggere salite e discese rimando sempre sospesi a metà costa sui valloni che precipitano a valle e con la vista che progressivamente si apre verso la mole immensa della Marmolada e del suo ghiacciaio che, sebbene anch’esso molto ridotto, rimane comunque una grande attrazione naturale. Durante la passeggiata è facile poter osservare gruppi di marmotte che entrano ed escono dalle molte tane, sembrano essere combattute tra la curiosità di osservare gli escursionisti sfilare lungo il sentiero ma leste a ritrarsi non appena qualcuno troppo intraprendente oltrepassa la “distanza di sicurezza”. Il sentiero lambisce il rifugio omonimo e prosegue ancora traversando a mezza costa in direzione del Lago di Fedaia ma noi, dovendo tornare al punto di partenza, optiamo per deviare lungo una traccia che sale ad una evidente intaglio sulla cresta da cui con un breve tratto ripido raggiungiamo la sommità del crinale da cui si apre la vista che comprende l’intero gruppo del Sella con il Sas Pordoi e la piramide sommitale del Piz Poè che è proprio di fronte. Il sentierino di cresta si snoda con diversi sali e scendi aggirando roccioni di nera roccia che sembra vulcanica dove risaltano fioriture colorate e di quando in quando delle belle stelle alpine; si prosegue in quota fino al punto in cui la dorsale inizia definitivamente a scendere verso il rifugio incontrato all’andata all’inizio del sentiero e poi con una breve serpentina a tratti appena esposta si ritorna a valle a riprendere la brecciata che in leggera salita riporta alla stazione della funivia a Col de Rossi.

di Lusia (foto da 90 a 107)

Una montagna per certi aspetti diversa e con tratti caratteristici dove l’acqua è una costante che qui non scorre in ruscelli ma piuttosto forma zone umide con piccoli specchi d’acqua alimentati da risorgive. Si sale in quota con la cabinovia che parte a metà strada tra Moena ed il P.sso San Pellegrino e porta fin sopra un vasto altopiano da dove inizia una camminata che con un paio d’ore porta a scoprire i “Laghi di Lusia” con un bel sentiero per pascoli d’alta montagna. Si inizia con una discesa ripida che conduce al valico del P.sso di Lusia dov’è situato l’omonimo rifugio/albergo da cui si inizia a salire lungo un viottolo che poi diviene sentiero ben presto cosparso di flebili sorgenti che generano ruscelli appena accennati; guadagnati duecento metri di quota si sbuca su un pianoro dove si incontrano i caratteristici alpeggi di Baic de Lastè dove volendo ci si può intrattenere in un’appagante sosta bucolica seduti sulle panche ai lati dell’uscio delle due baite. Si prosegui quindi in piano su un tratto di viottolo lastricato dopo di che con una serie di tornantini si sale ancora un poco e si raggiunge una forcella (località La Trincea) da cui il panorama si apre con un bel colpo d’occhio sulla conca che ospita i laghetti di Lusia: alcuni piccoli specchi d’acqua disposti a diverse altezze ed incastonati tra una corona di creste di scura roccia di origine vulcanica che dalla sella si raggiungono con un tratto di ripida discesa.